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Abbiamo incontrato Valentina Sala Digital & Omnichannel Director Miroglio Fashion

02 Febbraio 2022 News

 

Valentina Sala
Digital & Omnichannel Director
MIROGLIO FASHION e relatore il 9 febbraio a Future Lab

 

 

In che modo Covid ha cambiato il panorama della trasformazione digitale e su cosa investirà maggiormente la sua azienda?

La pandemia ha influito sui processi a tutti i livelli, dagli approvvigionamenti alla supply chain, fino agli shooting fotografici. Ognuno, almeno una volta, ha avuto a che fare con restrizioni dovute alla situazione esogena, sviluppando modalità operative alternative. L’impatto più evidente nell’immediato è stato quello sulla gestione delle relazioni personali e dei meeting, divenuti in buona parte virtuali con il potenziamento dello smart working.

Le esigenze operative legate alla fase pandemica hanno inoltre portato ad adottare la modalità di testing come pratica strutturata nell’approccio tattico e strategico. L’impossibilità di pianificazione a qualsiasi livello temporale ha fatto sì che si evolvesse verso un modello d’azione molto più flessibile e reattivo rispetto a prima. Le fasi del processo sono quelle tipiche dell’A/B testing, in cui si parte dall’individuazione di possibili alternative, per poi testarle in un ambito ristretto e con un’ottica di misurazione puntuale e decidere se estenderle o meno all’intera rete.

Infine, non si possono escludere le conseguenze nel rapporto con la cliente. E’ infatti divenuta esigenza fondamentale lavorare su servizi che vadano a colmare la distanza fisica che si è venuta a creare, attraverso un potenziamento della relazione tramite gli strumenti digitali. Anche qui Miroglio Fashion ha investito su numerosi progetti, calati per i diversi brand a seconda delle differenti esigenze della clientela: live shopping, smart boxes, chat di assistenza all’acquisto, etc.

 

Un trend tecnologico in crescita per il 2022?

Per il settore fashion direi senza dubbio il concetto di virtualizzazione delle esperienze e del possesso. Da una parte abbiamo il Metaverso, difficile da definire e facilmente confondibile con un revival di Second Life. Esploso durante l’anno appena concluso, in conseguenza anche alla pandemia, ad oggi è una realtà che sta già influenzando le strategie commerciali e comunicative di molti brand, soprattutto nel fashion, e che vale già diversi miliardi di giro d’affari.

Dall’altra parte, ma molto collegata al primo, abbiamo gli NFT che riservano contenuti, beni ed esperienze a coloro che definirei “possessori virtuali”.

 

Come sono coniugati i valori del brand e dei nuovi processi tecnologici con il tema della sostenibilità ambientale?

Il concetto di sostenibilità è inevitabilmente molto ampio e in veloce sviluppo. Se solo due anni fa poteva essere analizzato come un fenomeno di pura comunicazione e di PR da parte delle aziende, oggi è diventato imprescindibile in quanto reso forte da una maggiore consapevolezza da parte delle clienti.

La vera chiave per realizzare un reale approccio sostenibile è sviluppare soluzioni che possano accordarsi sia con l’attività e il credo dei brand, sia con la sensibilità crescente della clientela. Second hand, re-use, up-cycle non sono solo trend, ma realtà ormai permeate nella vita quotidiana. Per il brand che vuole essere un punto di riferimento sul proprio mercato, l’essere parte attiva in questi processi diventa un modo per fidelizzare clienti e attrarre prospect.

Anche in questo caso, ogni brand di Miroglio Fashion si affaccia al tema della sostenibilità attraverso un approccio modulato alle sensibilità e alle esigenze della propria cliente: chi si concentra su capsule collection realizzate in materiale riciclato, chi opta per inserimenti di collezione green. Alcuni nostri brand muovono dal concetto di pura sostenibilità ambientale per abbracciare, tramite attività di co-marketing e di charity, un idea più ampia di sostenibilità volta a sensibilizzare la società attuale al rispetto dell’individuo e allo sviluppo dalle potenzialità personali.